Nesso, affacciato sul lago e caratterizzato dal percorso dei torrenti Nosè e Tuf, che confluiscono per gettarsi nella cascata dell’orrido, deve il suo nome, con tutta probabilità, alla divinità celtica delle acque, “Ness”.
Il ritrovamento di un masso coppelliforme (masso erratico con incavi a forma di piccole coppe) e di un’ascia in pietra deIl’età neolitica testimoniano che il territorio è stato abitato fin dall’epoca preistorica. Sappiamo che prese parte all’alleanza celtica Insubre-Comense che fu sconfitta nel 196 a.C. dal console Marcello, anche se la sua romanizzazione incominciò solo alla fine del I sec a.C.
Con la diffusione del Cristianesimo divenne una pieve molto importante, il cui territorio comprendeva dieci paesi, tra cui alcuni situati sulla sponda opposta del lago.
Documenti testimoniano che, a partire dall’anno 950, il monastero di Santa Maria del Senatore di Pavia possedeva una “corte” a Nesso, ed al tempo di Enrico III (1039-1056) quello di San Dionigi di Milano vi teneva tre “mansi”.
I vescovi di Como Rainaldo e Guido Grimoldi preferirono risiedere a Nesso e la chiesa parrocchiale pare sia stata consacrata da papa Urbano II durante il suo viaggio di trasferimento in Francia al Concilio di Clermont, nel 1095. All’abitudine di celebrare le funzioni in questa chiesa, eleggendola a “Duomo”, si fa risalire l’uso del termine “puss al Dom” , ossia “dietro al Duomo”, per indicare ancor oggi i luoghi vicini alla chiesa.
Durante la guerra decennale fra Como e Milano (1118-1127), Nesso si alleò all’Isola Comacina e a Milano contro Como e la sua fortificazione venne distrutta dai comaschi nel 1124. Nel 1497 il feudo di Nesso fu donato a Lucrezia Crivelli dal duca Ludovico Maria Sforza.
Agli inizi del secolo XVI Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino, che dal castello di Musso spadroneggiava su tutto il Lario e le terre limitrofe, vi ricostruì la fortificazione, che fu definitivamente distrutta nel 1531, durante le lotte del Medeghino contro Francesco II Sforza, duca di Milano. Sull’unico resto, un muraglione merlato, vennero innalzate in epoca ottocentesca tre torri ancora oggi visibili. I fatti della guerra contro la repubblica Ambrosiana sono narrati, in forma romanzata, nell’opera “Il falco della Rupe o la Guerra di Musso”, scritta da Giambattista Bazzoni nel 1829.
Nel 1538 il borgo passò a Giovan Angelo Corio e dal 1647 al 1787 fu possesso della famiglia Casnedi.
Il risorgimento comasco ebbe tra i suoi protagonisti l’ingegner Pietro Giudici di Nesso e i suoi figli, Vittorio ed Angelo. La figlia, Anna Porzia, invece fu cofondatrice, con Virginia Besozzi, dell’ordine religioso delle sorelle della “Casa di Betlem”.
Storia economica
L’economia locale era naturalmente basata sulla pesca e sull’agricoltura, sullo sfruttamento di alcune cave di pietra da cui si ottenevano lastre per la pavimentazione e la copertura dei tetti. Tuttavia, fin dal Medioevo, a Nesso sono stati in attività un gran numero di mulini, cartiere, fucine e torchi, che sfruttavano la forza idrica dell’acqua che scorre nella valle. Il primo documento che attesta questo è un atto di vendita, che risale al 1298 e cita un “casamento con due mulini e una pesta”. Per avere un quadro generale dobbiamo cercare negli estimi della seconda metà del ‘500: nel 1558 sono citati 16 edifici con mulini, 2 con peste, 2 con fucine, 1 con un torchio e 1 con un frantoio; nel 1578 16 edifici con mulini, 6 con peste, 2 con mole, 2 con fucine, 2 con torchio e 2 con frantoio, una segheria, 1 folla da panni e 1 telaio da drappi. La più antica testimonianza riguardo a una folla da panni, macchina utilizzata per ottenere tessuti con fibre più coese, è del 1419. La prima citazione della presenza di cartiere nel territorio di Nesso è del 1493. Più recente la nascita di stabilimenti per la lavorazione della seta.
Ora invece vi sono alcune imprese edili, oltre all’attività artigianale della lavorazione del filo di ferro (gabbie per uccelli e articoli vari per la casa).
Pagina aggiornata il 04/05/2023